Storia del Corallo
Nell’immaginario collettivo questa gemma evoca miti e magia. Il suo fascino alimentato dal colore rosso fuoco e dal mistero sulla sua natura e formazione è rimasto immutato per secoli. Oggi sappiamo che il corallo che noi lavoriamo non è un minerale ma un animale (vedi la sezione relativa alla biologia del corallo), ma per secoli si è fantasticato sulle sue origini. La mitologia greca per esempio voleva che il corallo non fosse altro che il sangue sgorgato dalla testa di Medusa quando, recisa da Perseo, fu posata sulla spiaggia. Ovidio, invece, era convinto si trattasse di un’erba molle che a contatto con l’aria si induriva. Soltanto nel XVII sec. si comincia a pensare al corallo come ad un animale. Eppure i primi reperti sono stati trovati in sepolcri risalenti a 10.000 anni prima di Cristo e abbiamo prove che gli antichi egizi già lo lavoravano con perizia e maestria.
Dipinto Testa di Medusa
Scena di pesca del Corallo:
l’Ingegno viene issato sulla Corallina
Albarello in ceramica per la conservazione ad uso farmacologico del Corallo (sec.XVII)
Innumerevoli sono le credenze sui poteri eccezionali e sulle virtù, soprattutto medicamentose, del corallo che oltre ad essere un oggetto ornamentale sarebbe un ottimo rimedio per guarire le ferite di scorpioni e serpenti, curerebbe le malattie degli occhi, le palpitazioni del cuore, i disturbi circolatori, la decalcificazione delle ossa e, come sosteneva il celebre medico Avicenna intorno all’anno mille, sarebbe un ottimo antidepressivo in quanto provoca l’allegria.
Esiste anche una ricetta a base di corallo che permette di vedere nel sonno la persona che si sposerà!!! Accanto ai numerosi incantesimi e sortilegi antichi in cui compare il corallo, la più moderna teoria New Age, che ha riscoperto la cultura degli Indiani pellirossa, con la cristallo terapia propone una medicina alternativa in cui il corallo viene utilizzato sia come medicina che come difesa contro il malocchio, l’invidia ed ogni negatività, richiamo al più napoletano “corniciello”.
Retaggi di un passato remoto? Chissà, certo oggi il corallo è una gemma molto preziosa sempre più rara anche a causa dell’inquinamento che ne mette a repentaglio la bellezza e la qualità.
La storia del corallo è legata indissolubilmente alla storia di Torre del Greco. Fin da tempi antichissimi i nostri marinai si spingevano al largo per pescarlo inventando, unico esempio al mondo, un’imbarcazione la “corallina” dotata di un ingegno cruciforme per la pesca dei banchi.
Questa attività è sempre stata molto importante tanto è vero che per tentarne una regolamentazione nel 1790 Ferdinando IV di Borbone promulgò leggi speciali denominate Codice Corallino.
Commercialmente il corallo si divide in corallo del Mediterraneo (Corallium rubrum noto anche come corallo di Sardegna) e corallo giapponese. A parte le differenze morfologiche, il primo si presenta con rami di dimensioni molto inferiori rispetto al secondo, la differenza principale è data dal colore.
Il corallo di Sardegna si presenta in varie sfumature ma sempre di colore rosso uniforme, il corallo Giappone invece è spesso venato o macchiato e con colore che varia dal rosso al bianco. Ai tanti colori corrispondono nomi e provenienze diverse. Il corallo Giappone, inoltre, presenta lungo tutto il ramo una macchia bianca nei rami rossi e rossa nei rami bianchi, la cosiddetta “Anima”.
La biologia del corallo
Il Corallo non è un minerale ma un animale, anzi una colonia di animali essendo la secrezione calcarea che si forma durante l’accrescimento delle colonie di polipi (polipaio) appartenente al genere Corallium (Tipo Celenterati, Classe degli Antozoi, Sottoclasse degli Ottocoralli o Alcionari, Ordine delle Gorgonarie, Sottordine Scleraxonie, Famiglia Corallidae).
Per le specie il discorso risulta molto più complesso, perché fino ad oggi ne sono state scoperte ben 27 distribuite nei tre Oceani.
Il corallo può riprodursi secondo due modalità o fasi: per riproduzione sessuata, che da origine alla colonia, e per “gemmazione” che produce l’aumento del numero di polipini, con conseguente accrescimento della colonia stessa.
Nella riproduzione sessuata una volta avvenuta la fecondazione si ha un periodo di sviluppo embrionale ed uno larvale che assieme hanno una durata di circa 30 giorni. Le larve, dette “Planule” sono ricoperte di ciglia vibratili ed hanno un aspetto vermiforme che diventa sferico in fase di riposo. La planula vaga liberamente alla ricerca di un substrato, costituito da un rilievo naturale o da un qualsiasi corpo solido sommerso, a cui aderire.
A questo punto, a seguito di una complessa trasformazione morfologica, la planula diventa polipino concludendo il ciclo della riproduzione sessuata e ponendo le basi di un nuovo polipaio.
Subentra a questo punto la “gemmazione” (Blastogenesi) attraverso la quale l’individuo primitivo si trasformerà dando vita col tempo ad un numero infinito di altri polipini che danno luogo ad una comunità di animaletti che formano i banchi corallini. La gemmazione si manifesta prevalentemente all’estremità dei rami mentre alla base dei rami cessa del tutto o solo in parte.
Apparentemente sembra un processo molto semplice eppure fino ad oggi ogni tentativo umano di intervenire ed in qualche modo regolare questo processo è stato del tutto vano.
Il polipaio è costituito da tre elementi: lo sclerasse, il cenasarco o sarcosoma ed i polipini.Il cenasarco è una membrana dello spessore di circa 0,2-0,3 mm. che ricopre completamente lo sclerasse. Tale membrana è attraversata da una fitta rete di canaletti che permettono la comunicazione tra i polipetti, distribuiscono liquidi nutritivi, permettono l’accrescimento dello sclerasse.
Lo sclerasse è la parte interna del polipaio ed è formato essenzialmente da carbonato di calcio con circa il 3% di MgCO3. Ha una durezza di 3,5 – 4 (alcune varietà 2 – 3) ed una densità di 2,6 – 2,7 (alcune varietà 1,34 – 1,35).
E’ questa la parte lavorabile e quindi, commercialmente interessante.
Una-varieta-di-corallo | Varieta-di-Corallo |
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Larva-planula | Biologia-Corallo |
Polipi-corallo |
La pesca del Corallo
Nel Mediterraneo la pesca del corallo si effettua da tempi immemorabili.
Sicuramente in principio non si trattò di una vera e propria pesca ma piuttosto di una raccolta di rametti lasciati sulla spiaggia dalle maree, tuttavia abbiamo delle testimonianze che già agli antichi Greci e Romani era nota la pesca "a strascico" del corallo.
Questo tipo di pesca resta sostanzialmente immutata nei secoli, nonostante l'avvento di nuove tecnologie.
A Torre del Greco, il paese dove la lavorazione del corallo è una tradizione antica, tanto da essere "il paese" del corallo, la barca attrezzata per questo speciale tipo di pesca è chiamata "CORALLINA" e "CORALLINI" sono detti gli uomini che ne formano l'equipaggio.
Lavorazione del Corallo
La lavorazione resta sostanzialmente ferma sulle stesse basi empiriche su cui sorse centinaia di anni fa.
Una volta che il prezioso pescato arriva nei laboratori torresi, l’occhio attento ed esperto deve procedere all’analisi dei singoli cormi per stabilire cosa sia possibile ottenerne per ottimizzare la resa sia in termini quantitativi che qualitativi.
La morfologia dei rami, nonché la qualità degli stessi, ha un rilievo notevolissimo sul risultato finale. Bisogna cercare di limitare al minimo il calo di lavorazione “sfrido” che rappresenta un costo notevole che si abbatte sul prodotto finito.
La prima fase della lavorazione consiste nel liberare i rami dallo strato superficiale (Cenasarco) che ricopre l’intero ramo, è la cosiddetta “spalliatura”.
Tipologie di Corallo
Rubrum
Denominazione Commerciale: Sardegna
Colore: Rosso uniforme
Mari di Pesca e Profondità: Mediterraneo e nelle aree atlantiche dell’Africa occidentale – 30-250 mt.
Caratteristiche: A cespuglio, con una altezza media di 15 cm., un peso medio di 100 gr. ed un diametro di tronco di circa 8 mm.
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Japonicum
Denominazione Commerciale: Moro o Aka
Colore: Rosso scuro e scurissimo con “anima” longitudinale bianca
Mari di Pesca e Profondità: Isole del Giappone – Formosa – 80-300 mt.
Caratteristiche: A ventaglio, con una altezza media di 25 cm.,il diametro del tronco di circa 12 mm. ed un peso medio di 200 gr.
Elatius
Denominazione Commerciale: Cerasuolo o Momo
Colore: Rosso vivo, salmone, arancione e carnacino con “anima” longitudinale bianca
Mari di Pesca e Profondità: Isole del Giappone – Formosa – 150-300 mt.
Caratteristiche: Valori dimensionali superiori alle altre specie: a ventaglio, con una altezza media di 35 cm., un diametro medio del tronco di 25 mm. ed un peso medio di 500 gr.
Konojoi
Denominazione Commerciale: Bianco o Shiro
Colore: Bianco latteo e bianco punteggiato rosso o rosa
Mari di Pesca e Profondità: Isole del Giappone-Hainan – 80-200 mt.
Caratteristiche: A ventaglio con una altezza media di 25 cm., il diametro del tronco di circa 12 mm. ed un peso medio di 200 gr.
Secundum
Denominazione Commerciale: Pelle d’angelo o Boké
Colore: Rosa carne di diversa intensità
Mari di Pesca e Profondità: Isole del Giappone Formosa – Hainan corrente di Honk Kong – 150-300 mt.
Caratteristiche: A ventaglio, con una altezza media di 25 cm. Il diametro del tronco di circa 12 mm.,ed un peso medio di 200 gr.
Rosato o Midway
Colore: Bianco o rosa punteggiato o venato rosso; rosa chiaro uniforne
Mari di Pesca e Profondità: Isola Midway – 400-600 mt.
Caratteristiche: A ventaglio con una altezza media di 25 cm., il diametro del tronco di circa 12 mm. ed un peso medio di 200 gr.
Garnet
Colore: Granato con sfumature rosa di varie intensità
Mari di Pesca e Profondità: Isola Midway – 700-900 mt.
Caratteristiche: A ventaglio con una altezza media di 25 cm. il diametro del tronco di circa 15 mm. ed un peso medio di 200 gr.
Deep Sea
Colore: Rosso vivace, rosa chiaro, bianco sempre venati o chiazzati color granato
Mari di Pesca e Profondità: N/O di Midway. – 1000-2000 mt.
Caratteristiche: A ventaglio con altezza media di 25 cm., il diametro del tronco di circa 15 mm., ed un peso medio di 200 gr.
Guida alla scelta
Caratura
Cioè il peso che valuta le dimensioni del corallo. Avendo una crescita molto lenta ogni singolo millimetro di spessore richiede un enorme impegno da parte di tutta la colonia dei polipi corallini. Nella valutazione delle dimensioni di un prodotto bisogna considerare la tipologia dei coralli in quanto ad esempio il “corallium rubrum” detto commercialmente “Sardegna” ha un tronco di dimensioni ridotte (in media un ramo ha spessore di 8 mm.) rispetto al “Japonicum” detto “Moro” (il cui diametro medio si aggira sui 12 mm.) che è a sua volta più piccolo del’ “Elatius” -detto anche “Cerasuolo” – (il cui diametro medio si aggira intorno ai 25 mm.). Semplificando pertanto, si può affermare che, a parità delle altre caratteristiche, una collana di pallini di corallo “Sardegna” di 9 mm. è più rara e quindi più pregiata e costosa di una collana di pari dimensioni di un’altra specie di corallo.
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Purezza
Indica la perfezione del corallo cioè la presenza di tutte le imperfezioni (buchi, inclusioni o fratture) che si possono trovare nel corallo. Quanto più perfetta è la struttura corallina tanto più pregiato sarà il prodotto finito. Bisogna tuttavia sottolineare che essendo prodotti assolutamente naturali, è facile trovare, anche nei più bei gioielli, qualche piccola imperfezione che nulla toglie al valore del’oggetto, anzi garantisce al consumatore che si tratta di corallo e non di una contraffazione.
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Colore
E’ il parametro più variabile in quanto soggetto alle mode e pertanto alle richieste di mercato. Ogni tipo di corallo ha infatti una colorazione specifica e numerose tonalità.I colori più belli si presentano senza sfumature e macchie. Commercialmente i colori più richiesti sono il rosso scuro ed il rosa chiaro intenso del corallo “Bokè” meglio conosciuto come “pelle ‘angelo”.
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Taglio
Fondamentale è l’abilità e l’arte del “corallaro” che con lavoro attento e accurato esalta la bellezza del corallo ricavandone oggetti pregiati senza sprecare la materia prima.Nel’osservare una bella collana o un monile non bisogna mai dimenticare che il corallo è un regalo del mare e la sua magia non viene offuscata da quelli che ai nostri occhi possono sembrare piccolissimi difetti e che in realtà ci raccontano la storia di una colonia di piccoli organismi viventi.
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NOTA: Poiché il corallo nasce opaco ed è poi lucidato, per mantenerne inalterato il fascino vi consigliamo di evitare di porlo in contatto con profumi, cosmetici, sudore e sostanze aggressive in genere. Se trattato con cura la lucidatura durerà nel tempo e si potrà riportarlo allo splendore iniziale.
Rametti di Corallo
Capita a volte che la natura ci offra spettacoli incredibili che nessuno scenografo avrebbe potuto immaginare. Capita a volte che
la natura sembri guidata dalla mano invisibile di un grafico dotato di grande fantasia ed abile di matita per plasmare forme
plastiche incredibili. Vi mostriamo una serie di rametti di corallo che corrispondono perfettamente a questa categoria.
Ramo di Corallo VP
Cominciamo dal logo della nostra ditta che raffigura la V di Vincenzo e la P di Piscopo che si incrociano. In una partita di corallo sardo riconoscere le proprie iniziali non è stato facile ma l’occhio attento da “corallaro” del nostro papà lo ha ricavato semplicemente sfrondandolo dai rametti circostanti.
Lo stesso tipo di corallo ha formato anche le altre sagome che ricordano svariate figure della vita reale.